Il fascino delle nostre antiche radici
Un emozionante viaggio attraverso i trecentomila anni di attività umana nel territorio tra le Prealpi, il Piave e il Sile, fino alla formazione del centro urbano di Treviso, attraverso reperti contestualizzati secondo criteri cronologici, spaziali e funzionali.
Sarà sorprendente scoprire la ricchezza del patrimonio della città in questa sezione: una vera e propria immersione in un passato che è insieme vita, storia e cultura.
Al piano interrato sono esposte le collezioni di età preistorica e protostorica, di cui si segnalano le spade di bronzo, importante testimonianza dell'uso di deporre queste armi sia nelle sepolture sia come offerta votiva.
Gli esemplari più antichi, di influsso centro europeo, sono i tipi Sauerbrunn e Boiu risalenti al 1600 a.C, ma le attestazioni continuano fino all’Età del Ferro, con le spade “ad antenne”, di produzione etrusca o imitate localmente.
Tra le prime acquisizioni di Bailo per il Museo trivigiano, nel 1882 , si fanno notare alcuni corredi funerari della necropoli dei Veneti antichi di Montebelluna, tra i quali una mirabile cista figurata con scena di aratura in lamina di bronzo sbalzata e rifinita a bulino, databile al VI-V sec. a. C.
La stessa tecnica esecutiva caratterizza i cinque dischi votivi, rappresentanti una dea clavigera, esempi di una tipologia ormai ben attestata nella Valle del Piave tra il IV e il II sec. a. C., in un ambito culturale di contatto con il mondo celtico.
Al piano terra sono presentate, in ordine cronologico, le testimonianze più significative rinvenute in occasione degli scavi archeologici effettuati nel centro storico di Treviso dalla seconda metà del Novecento ai giorni nostri: esse abbracciano un arco temporale compreso tra l'Età del Bronzo Recente e l'epoca romana, come il piano di un forno da ceramica (X-IX sec. a. C.) o i grandi bracieri circolari (X- IX sec. a. C.) rinvenuti nell'ambito di strutture abitative durante lo scavo di Piazza S. Pio X, dal quale proviene anche la laminetta votiva in bronzo con figure femminili clavigere realizzate a sbalzo e a bulino (IV-III sec. a. C.).
Da sepolture di epoca romana di varie località del Trevigiano provengono raffinatissimi oggetti in vetro, mentre i numerosi monumenti iscritti, come quello del magistrato cittadino C. Sevio Fusco (I sec. d. C.), attestano l'onomastica e l'organizzazione politica e sociale del municipium di Tarvisium.
Il percorso di visita si conclude nel corridoio adiacente al chiostro grande con le collezioni antiquarie di Luigi Bailo, costituite da bronzetti e parti di monumenti lapidei di età greca e romana.
La raccolta nasce da un complesso lavoro di schedatura, di progettazione scientifica e di allestimento, coordinato e diretto dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio del Veneto Orientale e dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto.